GLI INFERMIERI DI AREZZO RIEMPIONO DI COLORI LA CITTA’ A SOSTEGNO DEI PAZIENTI

Liberare il cittadino dalle patologie e, in ogni caso, garantirgli un’assistenza di alto livello sia sul piano professionale che su quello umano. E’ questo il senso del flash mob che ha caratterizzato l’edizione 2018 della giornata dell’infermiere, la prima da quando la categoria ha ottenuto il riconoscimento di ordine professionale. Decine di palloncini hanno preso il volo verso il cielo in piazza della Libertà al termine dell’esibizione degli Sbandieratori della Giostra del Saracino, con sei colori diversi a simboleggiare le patologie dal quale “liberarsi” simbolicamente, che sono autismo, Aids, depressione, epilessia, leucemia e spina bifida. Il Flash mob è arrivato al termine di una mattinata intensa, che ha visto 200 tra professionisti e studenti impegnati in un convegno incentrato sull’evoluzione della professione infermieristica e in due corsi di formazione. Il convegno, in particolare, ha visto dapprima confrontarsi i tanti rappresentanti istituzionali presenti, con gli interventi della Vicepresidente del Consiglio regionale Lucia De Robertis, del Vescovo Monsignor Riccardo Fontana, dell’Onorevole Maurizio D’Ettore, del Presidente della Provincia Roberto Vasai, dell’Assessore alla sanità del Comune di Arezzo Lucia Tanti e del Direttore Generale della Asl Toscana Sud Est Enrico Desideri, e poi raccontare l’evoluzione della professione in vari settori con sei apposite relazioni. Agli studenti del corso di Laurea in infermieristica è toccato invece il compito di illustrare per immagini la storia di quasi 200 anni di vita professionale, partendo dalla “signora con la lanterna” Florence Nightingale, in cui onore si celebra il 12 maggio, per arrivare al moderno infermiere di oggi con tablet e monopattino elettrico. Il Presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo Giovanni Grasso non ha nascosto la sua emozione, e anche la sua soddisfazione, per la riuscita della giornata: “il traguardo del riconoscimento del nostro ordine, lungamente inseguito e atteso da oltre 10 anni, rappresenta un premio all’autonomia professionale della categoria e rende giustizia agli oltre 447mila professionisti che ogni giorno si dedicano all’assistenza alla persona. Essere infermiere significa esprimere competenze cliniche, relazionali ed educative per garantire elevati livelli di assistenza, significa promuovere la salute della persona, aiutandola a raggiungere gli obiettivi di cura ed a mantenere l’autonomia, e significa anche molto altro. Un infermiere infatti si impegna ad aggiornarsi costantemente per assicurare un’assistenza appropriata e di qualità, a rispettare la dignità, i diritti fondamentali dell’uomo e a sostenere chi è vicino al paziente, coinvolgendolo nel percorso assistenziale durante tutte le fasi evolutive di malattia. Per questo, in una giornata storica per noi, abbiamo voluto organizzare una serie di eventi che trasmettano il senso della vera e propria rivoluzione che si è compiuta e della quale vogliamo essere degnamente protagonisti”, conclude Giovanni Grasso.